The Process of Belief dei Bad Religion compie 20 anni. Parliamone.

 



di Giovanni Bredo

Oh, che bello essere ritornato! Eccoci qui, di nuovo. Nuovo anno, nuovi propositi (che sapete se seguite la pagina Instagram) e un nuovo anno di Parliamone, la rubrica nel quale celebriamo i compleanni di album che ci stanno a cuore. E quest'anno voglio partire con un album di un gruppo che adoro ormai dai tempi delle superiori, forse uno dei miei gruppi preferiti in assoluto, ossia i Bad Religion. 

Che poi, gruppo a metà strada tra hardcore e pop punk con testi intelligentissimi e cantante che insegna paleontologia all'università? Figata, come potevo non amarli da subito? 

E guarda caso, capita a fagiolo l'anniversario di un album che non è tra i loro più importanti o famosi, ma è forse l'album che ha salvato la carriera del gruppo. 

Compie infatti venti anni, esattamente oggi, The Process of Belief. Parliamone. 

I Bad Religion sono usciti dagli anni '90 stanchi, sfiniti anzi. Dopo una scia di successi e album seminali usciti tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90 la band si trova con un contratto insoddisfacente sotto la Atlantic Records e un calo creativo e di vendite dopo il deludente The New America (diciamocelo, però, l'album peggiore dei Bad Religion sarebbe un album incredibile se pubblicato da un gruppo qualsiasi). Negli stessi anni il gruppo riallaccia i contatti con il chitarrista Brett Gurewitz, fondatore della band che li aveva lasciati dopo il bellissimo Stranger Than Fiction, l'album con ''Infected'' per intenderci. Dopo aver pregato la Atlantic di lasciarli andare, i Bad Religion ritornano a casa, nello specifico alla casa discografica da loro stessi fondata quando erano poco più che diciassettenni: la Epitaph Records.

Quella Epitaph. Quella che ha lanciato la carriera dei Pennywise, dei NOFX, dei Rancid, e degli Offspring. 

Il cambio di casa discografica, un approccio più leggero alla produzione musicale e il ritorno in scuderia del chitarrista fondatore ridanno linfa vitale alla band. E in tutto questo Brian Baker, il chitarrista sostituto di Gurewitz, rimane in formazione, trasformando i Bad Religion in un gruppo a tre chitarre. Una scelta uguale a quella fatta dagli Iron Maiden qualche anno prima. E le similitudini non finiscono qui, visto che il gruppo britannico ha avuto una carriera simile ai Bad Religion, con tanto di revival negli stessi anni.

Ma proprio quando tutto sembra filare per il verso liscio, un dolore alla spalla costringe il batterista Bobby Schayer a lasciare il gruppo (troverà lavoro come tecnico della batteria per gli Interpol, gruppo che vedremo presto a queste coordinate). In sua sostituzione arriva Brooks Wackerman, un mostro della batteria dal curriculum invidiabile: prima batterista con i Suicidal Tendencies e gli Infectious Grooves, diventa anche batterista per i Tenacious D e suonando in almeno alcune occasioni anche con i Korn e Avril Lavigne. Soprattutto, è l'attuale batterista degli Avenged Sevenfold (Incredibile!). 

Ok, ma dopo tutto questo contesto, l'album come suona? 


The Process of Belief è divino, o quantomeno la sua prima metà lo è. Il materiale che la band tira fuori dal cilindro è fresco, veloce, scattante e feroce come quello del loro periodo d'oro, tant'è che pezzi come l'opener ''Supersonic'' o ''Prove It'' non sfigurerebbero in Suffer o No Control. Dominano anche i coretti armonizzati che sono il marchio di fabbrica dei Bad Religion, soprattutto nel trittico ''Destined For Nothing'', ''Materialist'' e ''Kyoto Now!'', forse i pezzi migliori dell'album. Ogni volta che quei coretti balzano fuori è una botta di serotonina incredibile, soprattutto se sparati a volumi alti da un altoparlante. ''Sorrow'' è forse il brano più conosciuto uscito da questo disco, un pezzo che i Bad Religion ancora adesso eseguono in sede live. Molto carino, ma proprio qui il disco si prende una pausa e rallenta i ritmi, risultando a tratti un pochino monotono. Canzoni carine, ma di qualità inferiore a quello che è venuto in precedenza e quello che segue, come la ritmatissima ''The Lie'' e soprattutto l'incredibile chiusura affidata a ''Bored and Extremely Dangerous'': armonie a mille e intermezzo prog-elettronico in un brano che raggiunge almeno tre climax diversi in neanche tre minuti e mezzo, perché no? Amo anche questo pezzo in caso non si fosse capito. 


Feroci sono anche le tematiche trattate dal gruppo: ''Supersonic'' sarà anche una canzone sui ritmi frenetici della vita moderna, ma quando hai un professore universitario che scrive i testi delle tue canzoni ci può stare anche una critica feroce all'ideologia Accelerazionista:

When I need to state / I just accelerate / Into oblivion

Dalle discussioni religiose di ''Materialist'' e ''Prove It'' si fa spazio anche il nichilismo di ''Destined for Nothing'', l'ambientalismo di ''Kyoto Now!'', oppure la critica al Patriot Act di George W. Bush e la guerra al terrorismo dichiarata in quegli anni dal governo statunitense (''The Defense''). Infine, ''Bored and Extremely Dangerous'' è un ovvia analisi di cosa può portare dei giovani a fare sparatorie come quella successa alla Columbine nel 1999, e considerando che di li a breve sarebbe uscito il fenomenale Bowling For Columbine di Michael Moore, il tema era molto in voga. 


The Process of Belief è un album suonato incredibilmente bene e soprendentemente fresco per un gruppo che, al tempo, aveva più di vent'anni di carriera sul groppone. Ma i Bad Religion sono i Bad Religion, e non potevo chiedere di meglio come album per iniziare questo nuovo anno di Ciambella Letteraria. Spero vivamente di parlare ancora di questo gruppo, e anche di alcuni dei gruppi citati in questo articolo, ovvio.

Ma questa è una storia per un altro anniversario. 

Brani consigliati: ''Supersonic'', ''Kyoto Now!'', ''Destined for Nothing'', ''Materialist'', ''Bored and Extremely Dangerous'', ''Prove It''





Giovanni Bredo (1996) è l'autore dell'articolo di oggi. Nel caso non si fosse intuito, oltre alla musica è un grande appassionato di storia e di paleontologia a tempo perso, passione che ogni tanto diffonde con i suoi piccoli studenti, non vedendo l'ora di parlargli di Sinapsidi e di megafauna del Quaternario. Il passo successivo, forse, sarà proprio fargli ascoltare i Bad Religion, insomma.






LA CILIEGINA SULLA TORTA: 


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